Finalmente settimana tranquilla quella trascorsa dalla Vanoli; non che le precedenti non lo fossero state perché dalla Vanoli, e per Vanoli intendo gli “addetti ai lavori” (per il popolo vanoliano il ragionamento è più complicato…) si percepiva una tranquillità che all’apparenza faceva a sberle con la situazione di classifica. Il motivo lo sappiamo benissimo e cioè la consapevolezza che se la si era giocata, chi più chi meno, con tutte e alcune, lo si ripete per l’ennesima volta, e potete giocarvi le parti più care del vostro corpo che non sarà l’ultima, nel modo che sappiamo.

Questa consapevolezza però ha dovuto fare i conti con la scimmia che stazionava sulle spalle vanoliane e che rischiava di mettere radici più o meno profonde. Ora quella scimmia se n’è andata via, e pure questo sappiamo in che modo; vero che rimangono alcune “scimmiette” sparse qua e là, ma se c’è una cosa di cui esser sicuri è che la Vanoli si approccia alla trasferta di Treviso nelle condizioni di spirito migliori; quelle tecniche, atletiche ed emotive, pur essendo ovviamente più cariche, sono sempre le medesime di prima.

Treviso, dopo il colpaccio della prima al Taliercio di Venezia, ha poi infilato un rosario di cinque sberle consecutive ed ora arriva da quattro vittorie filate, due in viaggio e due a domicilio. Il filotto è frutto di tre gare certamente non irresistibili (Scafati e Pistoia al Palaverde, Napoli in viaggio) e dell’ultima a Tortona con un ultimo quarto che, leggo, pare abbia rasentato la perfezione, ulteriore dimostrazione che “la fiducia della fiducia nella fiducia” può cambiare viso pure ad una squadra che un mese fa era data allo sbando e addirittura con la panca in bilico.

A laonde per cui ci sarebbe da aspettarsi una tenzone con entrambe le pretendenti con il morale caricato a pallettoni. Non nutrirei  particolari dubbi a riguardo e potrei quindi finirla qui ed iniziare a sgranocchiarmi le unghie in attesa della palla a due “a las quatro y media de la tarde”. Ma farei torto al soprannome che porto sul groppone con sufficiente dignità da qualche lustro, per cui proseguo…

Detto che la versione spagnola di “alle quattro e mezza della sera” la metto esclusivamente per lo scaramantico motivo che il giorno prima della gara con Varese ho usato “a las ocho de la tarde” e sappiamo com’è andata a finire (non vorrà dire niente ma come diceva mia nonna “gh’ét mai vìist en gàt a pipàa?”), sarei quasi dell’idea che la gara di domani, comunque vada, sturerà qualche altro tappo dalla cantina vanoliana.

Ieri, grazie ad una congiunzione astrale favorevole, ho messo giù una doppietta che neanche il miglior “Pietruzzu” Anastasi (idolo calciofilo dei miei, aimè, lontanissimi tempi) andando sia alla conferenza stampa prepartita di Coach Demis Cavina, sia all’allenamento pomeridiano.

Bene, ho visto il primo tranquillo come un papa (e per la verità lo è sempre stato), e la truppa in gran forma (notice: non ha partecipato all’allenamento “e figl so’ piezz’ ‘e Corey Davis” reduce dal dentista e ancora sotto l’effetto dell’anestesia e che, per la cronaca, si è presentato in… ciabatte); in particolare mi sono parsi sul pezzo Federico “Fede” Zampini ed il nuovo arrivato Dario Dreznjak, e sarei dell’idea che con il suo arrivo la Vanoli abbia sistemato qualcosina…

Improvvisamente e proditoriamente, nel vedere la garra dei ragazzi in allenamento, mi è sovvenuto un fastidioso prurito alle mani, di quelli che ti vengono quando aspetti qualcosa che prevedi possa sconquassarti le budella. E quel qualcosa è la gara di domani; Treviso viaggia col vento in poppa e la Vanoli è chiamata a confermare l’abbandono della scimmia. Roba “pesante”; e quindi il Ciranone vostro continua a grattarsi le mani…

Il che è bello e istruttivo (cit.)