Ieri sera, come suppongo parecchio popolo vanoliano, che già dopo un paio di nano secondi dal finìs decretato da una terna che non ha avuto neppure il tempo di fare danni iniziava a tracimare commenti al vetriolo, mi sono ficcato sotto le coltri piuttosto impaturniento non solo per lo spettacolino messo su dai regàs ma pure perché non mi sovveniva una gara del passato che si potesse paragonare a siffatta porcheria.
Bene; al risveglio il solito neurone di nord-ovest mi ha scodellato il ricordo della gara al PalaLeonessa di Brescia dell’11 dicembre 2016 finita 95 a 66 per i cugini con l’ex Luca Vitali, mandato via la stagione precedente con ancora un anno di contratto, che mise giù una doppia doppia di 12 punti e 18 assist che sapevano tanto di dentino sgurato…

Quella gara costò pure la panca a Messere Cesare Pancotto da Porto San Giorgio, sostituito dal suo vice di allora, Paolino Lepore, che con un impeto di generosa e giovanile incoscienza, prese in mano la squadra e non riuscì nell’impresa di salvarla per due, diconsi due, rimesse ciccate, la prima a palazzo con Sassari e la seconda a Cantù; due gare già vinte buttate alle ortiche. Poi arrivò l’estate da cuore in gola che il popolo vanoliano ricorderà sicuramente.
Anche stavolta quindi il solito neurone d nord-ovest ha fatto egregiamente il suo mestiere scodellandomi il ricordo di una gara che, lette le cronache di allora e di oggi, assomiglia tanto, ma davvero tanto a quella di ieri.

Anzi, ora che ci penso mi sa che quella di ieri, anche se con un passivo inferiore a quella dell’11 dicembre 2016, acquisisce di diritto la palma di peggiore gara della storia Vanoliana e sto rimando ha avuto il conseguente effetto di seppellire chissà dove pure l’impeto “sessantottino” (“La fantasia al potere…”) che ha pigliato il Ciranone vostro alla vigilia; ieri di impeto ce n’è stato ben poco, ed i più attenti avevano già annusato la faccenda nel primo tempo nel quale la Vanoli ha avuto sì il muso davanti a lungo, ma anche se Reggio Emilia non la metteva nemmeno se piangeva, quel 29 a 15 ai rimbalzi alla pausa lunga non lasciavano presagire nulla di buono.
Alzi la mano però chi poteva prevedere il disastro, non mi viene altro termine, che abbiamo visto e patito nella ripresa.

Un secondo tempo orribile, agghiacciante, terrificante; mentre guardavo le immagini un sottile magone mi veniva su dalla bocca dello stomaco. La cosa più inammissibile però è che dopo il parzialone di Reggio Emilia nel terzo quarto che l’ha portata sul +15, la Vanoli aveva al passivo un solo fallo! Poi ti leggi il tabellino a fine gara e vedi che la Vanoli ha messo 5 liberi su 13, ha perso 12 palle ma soprattutto noti lo sproposito di rimbalzi “lasciati” a Reggio, ben 54 di cui 20 offensivi, che sarà pure perché si è “leggeri” ma sto dato va oltre ogni concetto di ”leggerezza”. Trattasi di resa totale e totalitaria.
Inoltre c’è l’atteggiamento rinunciatario, pure questo inammissibile, di tutti quanti nessuno escluso; forse il solo Nikolic ha fatto vedere un po’ di muscoli ma poi pure lui si è adeguato all’andazzo generale.
Poi c’è pure un altro dato “significativo” che vorrei spiattellarvi; una “volta” avevamo una difesa che come ognun sa non è servita granché ma che non ha mai subito passivi così pesanti, ora pare non ci sia più neppure quella. Dopo la gara con Sassari si era la nona difesa e ora si è la tredicesima, e cioè abbiamo rinculato uno scalino a gara.

Infine il Ciranone vostro è stato tra quelli che, a malincuore, parecchio a malincuore, avevano sollecitato una scossa che potesse ridare energia alla squadra perché in simili casi “non potendo cambiare dodici giocatori si cambia il coach” (autocit.).
Ad essere onesti la scossa è arrivata soprattutto nella vittoria di Trento; non condivido affatto l’opinione di chi pensa che a Trento si sia vinto per atteggiamento rinunciatario dei padroni di casa. Quella gara l’ha vinta, e con merito, la Vanoli, ed è sto particolare che mi fa tenere comunque viva una fiammellina di speranza; della serie: la squadra inguardabile sotto tutti i punti di vista “ammirata” ieri non può essere la stessa che ha battuto la capolista.

Ma se non è quindi una questione di talento, organizzazione di gioco, tattica ma di atteggiamento, è proprio da questa circostanza che che arriva la preoccupazione del Ciranone vostro.
Ieri abbiamo visto un atteggiamento inaccettabile e pure irrispettoso ed è la prima volta che succede quest’anno. L’esperienza ci insegna che quando capita ti rimane dentro come un pugno ed è complicato liberarsene. Questo è il motivo che mi ha suggerito il titolo che vedete alla presente lagna; mi sono sentito di aggiungere solo un prudente e speranzoso punto interrogativo...
Il che (non) è bello e (neppure) istruttivo (semicit. adatta all’occasione).