Sursum mentem et corda, popolo vanoliano…

Vanoli
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Alla vigilia parecchio popolo vanoliano si era approcciato alla gara del Taliercio non dico con ottimismo ma certamente con un a volte malcelato senso di “vuoi vedere che è la volta buona?”. Ci è cascato anche il Ciranone vostro che nella lagna di presentazione della tenzone ha concepito una parte “costruens” che arrivava dritta filata dal ricordo del fiero cipiglio vanoliano delle ultime tre gare (Trapani e Napoli a palazzo con in mezzo il viaggio Brescia).

Si è preso “fischi per fiaschi? Non esattamente, e ora mi accingerei a spiegare perché.

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Intanto l’atteggiamento abulico e indisponente del secondo tempo di Reggio Emilia, dove tutti quanti i regàs parevano delle tremebonde mozzarelle incapaci di qualsiasi reazione, non si è visto, e ciò significa che è del tutto dimenticato. Perché se ci fosse stato la Vanoli non sarebbe riuscita a mettere giù non solo la reazione dei primi 5 minuti del secondo quarto, ma neppure di stare comunque in linea di galleggiamento per quasi tutta la gara, perché tale per definizione viene concepito l’essere nei paraggi della doppia cifra di svantaggio, dove due/tre bombe filate possono in un amen pirlare la frittata.

Indi, sarà pure un paradosso, ma il parziale di 10 a 0 messo dalla Vanoli nella seconda metà dell’ultimo quarto, e cioè a babbo definitivamente morto, significa per il Ciranone vostro solo una cosa: questa squadra c’è e ha una maledetta voglia di sbucciarsi le ginocchia. Magari ieri meno convinta del solito ma comunque dannatamente consapevole di quelle che sono le sue possibilità.

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Infine se uno, senza sapere il risultato finale, guarda il dato delle valutazioni totali e scopre che la differenza è “solo” di 17 punti, la prima cosa che gli sovviene è quella di una gara se non punto a punto quasi, a maggior ragione se uno della squadra vincente colleziona un clamoroso 43 di valutazione (ne accenno poi…)

Però alla fine si è perso comunque di 17, obietterà qualcuno. Vero; ma il 5 a 0 finale di Venezia è arrivato dopo un time out nel quale si è intravisto coach Spahija intento a cavare le budella ai suoi, ma soprattutto dopo un tecnico alla panca Vanoli sanzionato non-mi-ricordo-più-da-che scienziato-diversamente-colorato che nessuno, tra i primi gli altri due, ha capito. Mancavano per la precisione 79 secondi alla sirena finale…

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Detto ciò è del tutto ovvio che qualcosa ieri non ha funzionato a dovere ed il primo ad ammetterlo è stato proprio coach Gigi Brotto: “c’è amarezza per noi, ci aspettavamo d fare una partita un po’ diversa”. Ed in effetti alcuni protagonisti della strepitosa gara con Napoli non si sono, per usare un eufemismo, ripetuti. In particolare E’ figli so piezz e’ Corey Davis e Stefan “steel” Nikolic.

Ma comunque tutti quanti si sapeva che per cavarcela al Taliercio ci voleva la partita perfetta o quasi; e siccome la Vanoli ieri è stata tutt’altro che perfetta, la cosa migliore da fare e pigliare su e mettersi in saccoccia la faccenda e, magari, farne tesoro.

Anche perché visti i risultati delle “altre” la situazione non è mutata; la Vanoli era dodicesima prima e lo è ancora e con una partita in meno; quindi i motivi per non strapparsi i capelli ci sono tutti.

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Intanto non ci capiterà più uno come Mfioundu Kabengele che in due gare ci ha rifilato scoppole a go-go collezionando una valutazione totale di 71 (28 all’andata e 43 ieri). Non è un mistero che la Vanoli, per le note ragioni, soffre i chili sotto canestro, ma di questi tonnellaggi, con l’addio al tipo e calendario alla mano, non ce ne sono più in vista.

Poi a sentire chi ne sa, o suppone di saperne, che da ieri ha lasciato fuori dalla faccenda Sassari e Treviso, tra le 5 in corsa la Vanoli viene data come la più accreditata ad acciuffare la salvezza (popolo vanoliano “toccati"; io l’ho appena fatto…).

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Infine il Ciranone vostro è straconvinto che la salvezza ce la si giocherà tra le mura amiche; con un palazzo come quello di domenica scorsa, che avrebbe il potere di spingere anche un mezzo scarlingato come il Ciranone vostro, figuriamoci i regàs, tutto è possibile, e non c’è un “dottore” di mezzo a metterci trabocchetti…

Per cui sursum mentem et corda, popolo vanoliano… la strada è ancora parecchio lunga.

Il che è bello e istruttivo (cit.).

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