Siamo, e saremo, tutti “Piccoli”… per sempre

Vanoli
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Un giorno dal video di Matteo “Littles” Piccoli che, con il suo consueto stile sobrio, ci saluta e si è scatenata una valanga di commenti, like, reazioni e Dio solo sa cos’altro che, a memoria e per distacco, non ha uguali rispetto ad altri addii di atleti vanoliani.

Sulle prime mi sarei astenuto dal lagnare sulla faccenda perché come Sport Grigiorosso l’abbiamo già salutato come si confà con la nostra Laura Lodigiani; mi sarei limitato ad un saluto personale assolutamente doveroso perché con lui c’è stata una certa “intimità”, legata pure ad un progetto che purtroppo non è andato in porto ma che lui è comunque, e testardamente, riuscito a realizzare.

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Ma, proprio a causa della valanga di cui sopra, mi accingo anch’io a scrivere di lui su questi pixel ed inizio dicendo che questa valanga non è venuta giù per caso.

Per quanto mi riguarda ha iniziato a far cadere i primi sassolini nel settembre 2022, e precisamente nella conferenza stampa di presentazione di un giovanotto reduce da una stagione da protagonista a San Severo. La cosa atipica di quella presentazione, che allora stupì non poco il Ciranone vostro, fu che non si parlò solo di basket ma di faccende che di solito non hanno diritto cittadinanza in quella sede. E mi era scappato scritto: “La primissima impressione è stata quella di un ragazzo che costringerebbe ogni mamma a fare carte false per averlo come genero…”

Lo stupore poi si è trasformato via via nella certezza di avere a che fare con un ragazzo del nostro tempo che fa bene il suo lavoro ma che non si limita solo a quello.

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Una volta mi disse una cosa del genere: “cerco sempre di conoscere il più possibile del posto in cui mi trovo”. Altro approccio che contribuì a far capire al Ciranone vostro che ci si trovava di fronte, nel mondo a volte esageratamente patinato del basket nostrano, non dico a una mosca bianca ma quasi.

Ma la definitiva certezza è arrivata quando ho avuto il privilegio di leggere le bozze di quello che poi è diventato il suo libro, presentato un mese abbondante fa. E’ stata una lettura davvero sorprendente e coinvolgente; più andavo avanti e più mi convincevo che Matteo è un ragazzo davvero speciale.

Mi ritengo fortunato ad averlo conosciuto e di avere conosciuto pure suo padre Claudio, faccenda che ha confermato ancora una volta che quando la vigna è buona viene fuori il buon vino...

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Come noterai, popolo vanoliano, ho solo accennato alle qualità sportive di Matteo che quelle sono conosciute da tutti e, come già fatto notare da altri, lo si capiva subito quando entrava o usciva dal parquet perché i decibel del palazzo inevitabilmente aumentavano. Ho voluto invece raccontare un Matteo più “intimo” per farlo conoscere al popolo vanoliano.

Matteo è entrato in punta di piedi ma piano piano ha preso d’assalto il nostro cuore, e lo ha fatto non solo per le sue indubbie qualità tecniche ma anche e soprattutto per quelle umane, ed è proprio questo che ho voluto testimoniare.

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Matteo va verso i trenta, età in cui un’atleta raggiunge la completa maturazione tecnica e agonistica; andrà a dispensare altrove il suo basket fatto di talento, generosità, altruismo, tenacia e difesa, tanta difesa.

Mai dire mai soprattutto nel basket che a volte vive di ritorni, ma noi ora, popolo vanoliano tutto, ci sentiamo un po’ orfani. Abbiano però la consolazione che siamo, e saremo, tutti ”Piccoli”… per sempre.

Il che è bello e istruttivo (cit.)

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